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Progetto ricci di mare

Regione Lazio

Reg. (CE) n. 498/2007 Recante modalità di applicazione del Reg. (CE) n. 1198/206 del Consiglio relativo al Fondo Europeo per la Pesca(FEP)

Misura 3.1 – Azioni collettive

 

Progetto: Modello gestionale per lo sfruttamento sostenibile della risorsa “riccio di mare” (Paracentrotus lividus) nel Compartimento Marittimo di Civitavecchia

La pesca del riccio di mare (Paracentrotus lividus) in Italia è una attività molto sviluppata da parte della pesca ricreativa, mentre risulta poco praticata dalla pesca professionale, tranne che in alcune regioni, quali la Sardegna e la Puglia e in alcune aree del Lazio e della Campania.

La specie oggetto di cattura in Italia è esclusivamente il Paracentrotus. lividus, riccio di mare particolarmente ricercato per la bontà delle uova, mentre l’altra specie ampiamente distribuita nei nostri mari, l’Arbacia lixula, non ha alcun valore commerciale e pertanto non viene raccolta (se non per errore).

La popolazione di ricci di mare in un determinato areale è soggetta ad una serie di pressioni esterne e interne che influiscono, a volte in maniera significativa, sulla distribuzione e lo stato della risorsa. Alcuni fattori esercitano generalmente un ruolo secondario sulle popolazioni di riccio di mare, come la predazione da parte di pesci (in particolar modo Diplodus sargus e Diplodus fasciatus), la scarsità di aree idonee al riparo dei giovanili, la presenza di substrati trofici ottimali, mentre altri aspetti quali la pesca e le patologie possono al contrario determinare forti impatti negativi in grado di portare anche alla scomparsa di tali organismi in alcuni ambienti.(Botsford L. et Al., 1999; Johnson T. et Al., 2012).

La pesca in primis, esercitata sia da parte della pesca professionale che ricreativa, è certamente l’aspetto che può maggiormente condizionare il popolamento di ricci di un determinato areale: alla facilità di raccolta si uniscono i lunghi periodi di accrescimento di questo organismo, che impiega 4-5 anni per il raggiungimento della taglia commerciale di 7 cm.

Nella bibliografia scientifica sono riportati diversi casi, non solo nel Mediterraneo, di collassi veri e propri delle popolazioni di riccio di mare soggette a sovrasfruttamento, con graduali periodi di diminuzione delle taglie degli adulti che sembra essere il primo segnale del sovrasfruttamento della risorsa (Botsford L. et Al., 1999; Gianguzza et Al., 2010).

Per evitare un eccessivo sfruttamento della popolazione di P. lividus, e la conseguente diminuzione della biodiversità è necessaria l’adozione di specifiche strategie gestionali che, sulla base di una attenta valutazione dello stock presente, ne permettano lo sfruttamento sostenibile, mitigando l’impatto sulle popolazioni naturali (San Martin, 1987; Botsford et Al., 1999; Yokota et Al., 2002).

La pesca dei ricci di mare è un’attività tradizionalmente praticata lungo le coste rocciose laziali del Compartimento Marittimo di Civitavecchia (CMC) sia dalla pesca professionale, che dai pescatori ricreativi. Il periodo di raccolta va dal mese di giugno al mese di aprile, anche se il periodo migliore è rappresentato dai mesi invernali e primaverili, quando le gonadi, oggetto di consumo, sono maggiormente sviluppate.

Nonostante la domanda non eccessiva, la raccolta indiscriminata sta portando ad una progressiva rarefazione del popolamento che ne potrebbe pregiudicare lo sfruttamento in un prossimo futuro.

Deve essere necessariamente sottolineato, inoltre, che è presente nell’area una intensa pesca di frodo, come evidenziato dai numerosi interventi della Capitaneria di Porto, che coinvolge numerosi soggetti ed attiva un commercio illegale destinato al consumo in altre regioni, in particolare verso la Puglia.

Il graduale ma costante declino della popolazione di ricci di mare registrata negli ultimi anni nell’areale, associato ad una diminuzione sensibile delle taglie dei ricci adulti di taglia commerciale, ha indotto l’AGCI Agrital a farsi promotrice di una indagine sullo stato della risorsa che, oltre alle valutazioni di carattere ecologico portate avanti dall’Istituto di ricerca A.GE.I. soc. coop., ha coinvolto la locale pesca professionale e l’Amministrazione locale, quest’ultima allo scopo di coinvolgere la cittadinanza locale e quindi la pesca ricreativa.

L’obiettivo generale del progetto è stato l’elaborazione di un piano di gestione della risorsa costituita dal riccio di mare per la regolamentazione del prelievo ai fini di una sostenibilità della pesca.

Lo studio ha previsto le seguenti attività:

  • Indagine sulla distribuzione geografica e batimetrica della specie;
  • Indagine sui quantitativi prelevati dalla pesca sportiva e professionale;
  • Valutazione della consistenza dello stock;
  • Studio del periodo riproduttivo;
  • Predisposizione di materiale illustrativo e divulgativo per sensibilizzare i pescatori ricreativi.

 

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