Roma, 15 ottobre 2024- 600 milioni di euro per il sistema agroalimentare del Lazio nel periodo di programmazione 2023-2027, suddivisi in 35 interventi, da attivare attraverso bandi pubblici, dove sono contenute tutte le indicazioni operative che consentono ai potenziali beneficiari di comprendere le finalità dell’operazione, i requisiti e le condizioni da soddisfare, le procedure per l’accesso ai finanziamenti pubblici e le tempistiche da rispettare. È quanto previsto dal Complemento di programmazione per lo Sviluppo rurale della Regione Lazio per il periodo 2023-2027 (Csr), che contiene un pacchetto di interventi di politica agraria determinante per migliorare le prestazioni economiche, ambientali e sociali del sistema agroalimentare. I nuovi bandi europei, relativi al Complemento sviluppo rurale (Csr) 2023-2027, sono stati presentati ieri presso lo Spazio Novecento di Roma, dal ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida, dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, dall’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, dall’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, dal presidente di Ismea, Livio Proietti e dal direttore generale di Agea, Fabio Vitale.
Il Csr Lazio è un documento di programmazione strategica pluriennale, dove sono sintetizzati i risultati di un accurato processo di analisi del contesto, con l’individuazione dei fabbisogni e la selezione delle scelte strategiche. Il documento è parte integrante del Piano strategico nazionale 2023-2027 della Politica agricola comune ed è il risultato di un’ampia consultazione che l’amministrazione regionale ha avuto con i portatori di interesse, avviata nella fase iniziale della programmazione e sistematicamente portata avanti, nell’ambito di tavoli di confronto istituzionali e nelle diverse occasioni di dialogo strutturato con le organizzazioni di rappresentanza e con gli stessi operatori, tramite frequenti incontri pubblici tenuti sull’intero territorio.
Con lo sviluppo rurale la Regione mette in campo una serie di iniziative che mirano a migliorare le condizioni di sostenibilità ambientale del sistema agroalimentare; assicurare uno sviluppo equilibrato dei territori, con particolare riferimento a quelli caratterizzati da svantaggi naturali e di altra natura; rafforzare la competitività del tessuto produttivo, attraverso agevolazioni per gli investimenti delle imprese; promuovere la conoscenza, l’innovazione, la formazione e il progresso tecnico nei territori rurali.
Nei cinque anni del periodo di programmazione 2023-2027, la Regione Lazio dispone di oltre 600 milioni di euro, suddivisi in 35 interventi, da attivare attraverso bandi pubblici, dove sono contenute tutte le indicazioni operative che consentono ai potenziali beneficiari di comprendere le finalità dell’operazione, i requisiti e le condizioni da soddisfare, le procedure per l’accesso ai finanziamenti pubblici e le tempistiche da rispettare.
I bandi sono relativi a finanziamenti destinati a imprenditori agricoli e agroindustriali per investimenti strutturali nelle imprese agricole (54 milioni di euro), nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (30 milioni), prevenzione da calamità naturali (2 milioni), partecipazione a sistemi di qualità (994.000 euro) e promozione dei prodotti di qualità per 1,8 milioni).
Le regole comunitarie consentono di modificare il Csr, alla luce dei risultati conseguiti nella fase di attuazione e degli eventuali cambiamenti nel contesto di riferimento. Per questa ragione, i servizi regionali sono disponibili a valutare contributi, prese di posizione e proposte la cui finalità sia di migliorare il dialogo e contribuire al raggiungimento di risultati all’altezza delle ambizioni. Il programma strategico per lo sviluppo rurale nella Regione Lazio per il quinquennio 2023-2027 prevede stanziamenti per la sensibilità nei confronti dei giovani agricoltori e del ricambio generazionale per 63 milioni di euro; finanziamenti verso la spinta per un modello di produzione agricola sostenibile dal punto di vista ambientale e tale da rispondere al fenomeno del cambiamento climatico con 260 milioni di euro dei quali 108 per adottare e mantenere le pratiche ed i metodi di produzione biologica; attenzione a favore delle condizioni di benessere degli animali in allevamento, stanziando 63 milioni di euro; l’introduzione di un approccio innovativo alle problematiche del rafforzamento del tessuto socio-economico nelle zone rurali definita iniziativa Leader per 75 milioni; consapevolezza circa la necessità di favorire l’ammodernamento e la competitività delle imprese agricole e di quelle della trasformazione e della commercializzazione, attraverso gli investimenti e l’innovazione con 166 milioni di euro.
I bandi pubblici sono relativi a diversi interventi, In particolare, Srd01 per investimenti strutturali nelle imprese agricole con uno stanziamento di 54 milioni di euro. La misura è rivolta ad imprenditori agricoli e può essere attivata nell’intero territorio regionale. Sono previste aliquote di intervento del 60 per cento elevabili al 65 per cento in zone di montagna e al 75 per cento per giovani agricoltori. I massimali di investimento sono stati elevati sino 900.000 di contributo pubblico (investimento complessivo da 1.2 a 1.5 milioni di euro). Srd13 per investimenti strutturali nel settore agroindustriale per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli con uno stanziamento di 30 milioni di euro. La misura è rivolta alle imprese agricole e agroindustriali che operano nel campo della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli primari e può essere attivata nell’intero territorio regionale. Sono previsti aliquote di intervento del 50 per cento elevabili al 65 per cento per investimenti energetico. I massimali di investimento sono stati elevati sino 2.5 miloni di euro di contributo pubblico (investimento complessivo fino a 5 milioni di euro).
Srd06 per investimenti nelle aziende agricole per interventi di prevenzione (difesa attiva) da eventi climatici avversi e calamità naturali con uno stanziamento di 2 milioni di euro. La misura è rivolta ad imprenditori agricoli e può essere attivata nell’intero territorio regionale. Sono previsti aliquote di intervento del 80 per cento. I massimali di investimento sono pari a 200.000 di contributo pubblico. Srg03 per la partecipazione di agricoltori a sistemi di qualità riconosciuta (agricoltura biologica, Dop/Igp, ecc) con uno stanziamento di 994.000 euro. La misura è rivolta a imprenditori agricoli che aderiscono ed introducono in azienda sistemi di certificazione per prodotti di qualità; È previsto un aiuto annuo per un massimo di cinque anni di 3000 euro/produttore. Srg10 promozione dei prodotti di qualità (agricoltura biologica, Dop/Igp, ecc) con uno stanziamento di 1.8 milioni di euro. La misura è rivolta a soggetti che operano nell’ambito dei vari settori per la promozione dei prodotti (consorzi di tuteli, gruppi di imprese, ecc) che attivano azioni di promozione di prodotti di qualità riconosciuta. È prevista una aliquota del 70 per cento di contributo pubblico per un massimale di investimento di 200.000 euro. Infine, nei bandi delle misure/interventi sono introdotti alcuni elementi di semplificazione procedurale che dovrebbero facilitare l’accesso ai vari regimi di aiuto da parte dei vari operatori e, nel contempo, snellire i processi relativi allo svolgimento delle valutazioni di ammissibilità da parte della Regione. L’obiettivo rimane sempre quello di accelerare i tempi istruttori necessari per la definizione delle valutazioni di ammissibilità, ma anche quello di elevare la qualità progettuale e la selezione e il finanziamento dei progetti migliori, capaci più di altri, di incidere sullo sviluppo del sistema agricolo regionale.
“Il Csr vale circa 880 milioni di euro che andranno spesi entro il 31 dicembre del 2027 – ha dichiarato a margine della riunione il responsabile del settore agroalimentare di AGCI, Alessio Ciaccasassi – con un aumento significativo sia dei massimali, sia delle percentuali di contributi ammissibili da parte degli agricoltori della regione Lazio. La somma rilevante che viene messa a bando – ha sottolineato Ciaccasassi – è soprattutto il risultato di un processo di ascolto dei territori e di dialogo con le Associazioni di categoria.”